No al saccheggiodella Cassa federale!

Per i media privati svizzeri sono previste nuove sovvenzioni pari a un importo
di 178 miliardi all’anno.

Ad approfittarne sarebbero i gruppi mediatici più affermati e ricchi, che conseguono ogni anno centinaia di milioni di franchi di utili.

Questo saccheggio della cassa dello Stato è ...
  • è inutile e dannoso
  • distorce il mercato
  • rende i media dipendenti dallo Stato
  • discrimina i media gratuit
  • aumenta ulteriormente l'uniformità dei media
  • e consolida gli attuali monopoli mediatici

Sagen Sie an der Volksabstimmung vom 13. Februar 2022 NEIN zum «Massnahmenpaket zugunsten der Medien»!

Niente denaro pubblicoai milionari, ai miliardarie agli azionisti

Nel referendum sulla nuova legge sui media, la posta in gioco è alta. La politica ha intenzione di rendere i media svizzeri dipendenti dallo Stato. Si tratta di veleno per la nostra democrazia. In questo modo, le imprese mediatiche private riceverebbero ogni anno 178 milioni di franchi dallo Stato. Questo importo si aggiungerebbe ai 109 milioni all’anno che gli editori riceverebbero per le loro stazioni radio e TV e ai 130 milioni che risparmiano grazie all’aliquota IVA ridotta.
Nel complesso in futuro gli editori costerebbero ai contribuenti oltre 400 milioni di franchi all’anno.

Il 70 percento èdestinato ai colossi

Oltre il 70 percento delle sovvenzioni ai media confluiscono direttamente nelle tasche dei grandi gruppi mediatici e dei loro azionisti, anche se non hanno bisogno di questo denaro. Infatti anche lo scorso anno, dominato dalla pandemia, hanno guadagnato più di 300 milioni di franchi. Anche imprese quotate in borsa come il gruppo Tages-Anzeiger, NZZ o ricche dinastie di editori incasserebbero milioni in sovvenzioni ogni anno.

Dite NO a questo saccheggio della cassa dello Stato!

No a mediacomprati

I media finanziati dallo Stato perdono la loro credibilità. Solo i media indipendenti hanno la possibilità di controllare lo Stato. Ora, però, è lo Stato a voler controllare i media per renderli condiscendenti. Lo sappiamo bene: «Chi paga i suonatori, sceglie la musica».

Dite NO ai media comprati dallo Stato.

Impedire il monopolio dei media

Per tutelare il dominio sul mercato dei grandi editori, tutti i media gratuiti saranno esclusi dalle nuove sovvenzioni. Questo soffocherà i media regionali, portando a un ulteriore impoverimento del panorama mediatico.

Dite NO alla discriminazione dei media gratuiti.

I piccoli editoririmangono protetti

L’Associazione degli editori sostiene che le sovvenzioni siano di vitale importanza per la sopravvivenza dei piccoli editori. Falso. I pochi editori ancora indipendenti se la passano bene. Inoltre, ricevono sovvenzioni per circa 30 milioni all’anno, che saranno mantenute anche in caso di rigetto della nuova legge.

Dite NEIN alle fuorvianti argomentazioni dell’Associazione degli editori.

Una legge sui mediaper i grandi gruppi editoriali

La nuova legge sui media è concepita
per i gruppi mediatici: fino a questo momento, venivano sovvenzionati solo i giornali con una tiratura massima di 40’000 copie. Ora dovrebbero essere sovvenzionate anche le edizioni dei grandi quotidiani e quelle domenicali dei gruppi mediatici.

Dite NO al sovvenzion amento dei grandi editori più facoltosi.

Gli editori si preoccupano solodelle proprie casse

Gli editori che chiedono denaro pubblico sostengono che solo con un cospicuo aumento delle sovvenzioni si garantirebbe la libertà di opinione e la pluralità dei mezzi d’informazione. I fatti dimostrano il contrario.

È vero invece che: attingendo alla cassa dello Stato, le case editrici si rendono dipendenti dallo Stato. Allo stesso tempo, con le sovvenzioni si cementifica il controllo del mercato, ostacolando quindi un panorama mediatico variegato.

Gli editori che vogliono imporre una legge sui media così dannosa per la politica statale non si preoccupano della democrazia svizzera, bensì solo.

Fake News sullalegge sui media

L’Associazione degli editori sostiene che il «Pacchetto di misure a favore dei media» è stato concepito per i piccoli editori e promuove la libertà dei media. Si tratta in realtà di fake news.

Fake News 1: i piccoli e medi editori necessitano urgentemente di maggiori sovvenzioni per sopravvivere. Falso.

È vero invece che: sono rimasti solo pochi piccoli editori di testate indipendenti. Sono tutte imprese floride, ben ancorate a livello regionale e vantano fino a 100 o più dipendenti. Spesso appartengono a famiglie di lunga tradizione o a una grande cerchia di azionisti e sono ben finanziate.

Fake News 2: il «Pacchetto di misure a favore dei media» è stato allestito per i piccoli e medi editori. Falso.

È vero invece che: È vero invece che: finora erano sovvenzionati solo i giornali più piccoli fino a una tiratura di 40’000 esemplari. Ora questo limite viene superato: anche le grandi testate come Blick, Tages-Anzeiger, NZZ ecc. verrebbero finanziate dallo stato. Con il denaro pubblico verrebbero finanziate ora anche le edizioni domenicali. E non esiste nessuna piccola casa editrice che pubblica edizioni domenicali. Questo dimostra che la nuova legge è stata fatta per i grandi e non per i piccoli!

Fake News 3: senza la nuova legge sulle sovvenzioni i piccoli editori naufragherebbero. Falso.

È vero invece che: già oggi i piccoli editori vengono sovvenzionati con oltre 50 milioni di franchi all’anno. In caso di rifiuto della nuova legge, queste sovvenzioni saranno mantenute. Per i più piccoli ci sarà quindi un supporto anche in futuro.

Fake News 4: i piccoli e medi editori beneficerebbero in larga misura di queste nuove sovvenzioni. Falso.

È vero invece che: delle nuove sovvenzioni per la distribuzione domenicale e mattutina (40 milioni), gli abbonamenti online (30 milioni), i progetti IT e le organizzazioni settoriali (25 milioni) i «piccoli» non ne beneficerebbero praticamente in alcun modo. Anche qui attingerebbero le multinazionali dei media.

Fake News 5: il Pacchetto a favore dei media supporterebbe la diffusione di informazioni nelle regioni. Falso.

È vero invece che: praticamente tutti i media regionali, dall’Appenzeller Zeitung alla Thurgauer Zeitung fino alla Berner Zeitung, fanno parte dei gruppi mediatici che tagliano ovunque redazioni locali. Le nuove sovvenzioni non farebbero che accelerare ulteriormente questo processo dannoso.

Fake News 6: il Pacchetto a favore dei media favorisce la libertà e la pluralità dei mezzi d’informazione. Falso.

È vero invece che: a causa dell’indecoroso sovvenzionamento dei grandi editori, i nuovi media innovativi non hanno più opportunità sul mercato. La legge sui sussidi provocherebbe pertanto un’ulteriore impoverimento a livello di media e un’uniformità giornalistica ancora maggiore.

Fake News 7: il Pacchetto di misure a favore dei media è un investimento a tempo determinato nel giornalismo.

È vero invece che: non è mai successo che una sovvenzione sia stata abolita. Inoltre, il compito precipuo degli editori è investire nelle loro redazioni. Gli altri settori non possono di certo correre dallo Stato perché questi paghi loro gli operai specializzati.

Fake News sullalegge sui media

Der Verlegerverband behauptet, das «Massnahmenpaket zugunsten der Medien» sei für die Kleinverlage gemacht und fördere die Medienfreiheit. Das sind Fake News.

Fake News 1: i piccoli e medi editori necessitano urgentemente di maggiori sovvenzioni per sopravvivere. Falso.

È vero invece che: sono rimasti solo pochi piccoli editori di testate indipendenti. Sono tutte imprese floride, ben ancorate a livello regionale e vantano fino a 100 o più dipendenti. Spesso appartengono a famiglie di lunga tradizione o a una grande cerchia di azionisti e sono ben finanziate.

Fake News 2: il «Pacchetto di misure a favore dei media» è stato allestito per i piccoli e medi editori. Falso.

È vero invece che: È vero invece che: finora erano sovvenzionati solo i giornali più piccoli fino a una tiratura di 40’000 esemplari. Ora questo limite viene superato: anche le grandi testate come Blick, Tages-Anzeiger, NZZ ecc. verrebbero finanziate dallo stato. Con il denaro pubblico verrebbero finanziate ora anche le edizioni domenicali. E non esiste nessuna piccola casa editrice che pubblica edizioni domenicali. Questo dimostra che la nuova legge è stata fatta per i grandi e non per i piccoli!

Fake News 3: senza la nuova legge sulle sovvenzioni i piccoli editori naufragherebbero. Falso.

È vero invece che: già oggi i piccoli editori vengono sovvenzionati con oltre 50 milioni di franchi all’anno. In caso di rifiuto della nuova legge, queste sovvenzioni saranno mantenute. Per i più piccoli ci sarà quindi un supporto anche in futuro.

Fake News 4: i piccoli e medi editori beneficerebbero in larga misura di queste nuove sovvenzioni. Falso.

È vero invece che: delle nuove sovvenzioni per la distribuzione domenicale e mattutina (40 milioni), gli abbonamenti online (30 milioni), i progetti IT e le organizzazioni settoriali (25 milioni) i «piccoli» non ne beneficerebbero praticamente in alcun modo. Anche qui attingerebbero le multinazionali dei media.

Fake News 5: il Pacchetto a favore dei media supporterebbe la diffusione di informazioni nelle regioni. Falso.

È vero invece che: praticamente tutti i media regionali, dall’Appenzeller Zeitung alla Thurgauer Zeitung fino alla Berner Zeitung, fanno parte dei gruppi mediatici che tagliano ovunque redazioni locali. Le nuove sovvenzioni non farebbero che accelerare ulteriormente questo processo dannoso.

Fake News 6: il Pacchetto a favore dei media favorisce la libertà e la pluralità dei mezzi d’informazione. Falso.

È vero invece che: a causa dell’indecoroso sovvenzionamento dei grandi editori, i nuovi media innovativi non hanno più opportunità sul mercato. La legge sui sussidi provocherebbe pertanto un’ulteriore impoverimento a livello di media e un’uniformità giornalistica ancora maggiore.

Fake News 7: il Pacchetto di misure a favore dei media è un investimento a tempo determinato nel giornalismo.

È vero invece che: non è mai successo che una sovvenzione sia stata abolita. Inoltre, il compito precipuo degli editori è investire nelle loro redazioni. Gli altri settori non possono di certo correre dallo Stato perché questi paghi loro gli operai specializzati.

Editori e redattori lo sanno bene:le sovvenzioni sono dannose!

«Se i media dipendono dal denaro statale non possono più svolgere adeguatamente la loro funzione di controllo.»

Pietro Supino
Presidente degli editori e
Presidente del Consiglio di amministrazione
Gruppo Tages-Anzeiger,
2013 su «MAGAZIN»

«Dal punto di vista liberale e normativo un sovvenzionamento (mediatico) sarebbe estremamente discutibile.»

Peter Wanner
Editore CH Media,
il 28 aprile 2018
nel Zofinger Tagblatt

«Le sovvenzioni sono sempre nocive. Il nostro settore deve essere in grado di vendere i suoi prodotti.»

Etienne Jornod
Presidente del Consiglio di amministrazione NZZ,
il 10 ottobre 2020
nel St.Galler Tagblatt

«NZZ trarrebbe dei vantaggi dalla nuova legge sui sussidi, ma la respinge.»

Christina Neuhaus
Direttrice nazionale NZZ,
il 29 luglio 2021
nel NZZ

«Le giustificazioni per la proposta espansione dell’aiuto statale ai media sono discutibili.»

Hansueli Schöchli
Redattore aziendale NZZ,
il 23 dicembre 2021
nel NZZ

«L’uomo buono pensa a se stesso per ultimo, ha insegnato il combattente per la libertà. Con una piccola eccezione: vuole i soldi dello Stato.»

Matthias Ackeret,
Editore e caporedattore
il 23 dicembre 2021
nel «persönlich»

«Das neue Mediengesetz ist eine Katastrophe.»

Gaudenz Looser
Chefredaktor 20Minuten,
am 10. September 2021